Ieri al parcheggio del supermercato mentre mettevo le buste della spesa in macchina ho incrociato lo sguardo di una donna. In quegli occhi lucidi e profondi, ho rivisto quelli di una ragazza conosciuta tanti anni fa.
Questa ragazza si avvicinò a me durante una lezione universitaria, il nostro rapporto non si poteva definire di amicizia ma neanche di semplice conoscenza.
Durante i momenti di pausa si chiacchierava sempre del più e del meno, lei mi raccontò di avere un ragazzo, ma non raccontava mai molte cose su di lui o sulla loro storia e io la rispettavo senza fare domande.
Un giorno si parlava del weekend appena trascorso e lei mi disse: “Sai, quando ho conosciuto il mio ragazzo lui stava con un’altra, poi ha scelto me e l’ha lasciata da un giorno all’altro. Ieri sera lui ha lasciato me per una ragazza di 18 anni conosciuta sabato scorso”, spense la sigaretta e poi aggiunse: “dai, torniamo dentro” e non aggiunse altro. Io ero riuscita a dire solo “mi dispiace” e lei con gli occhi lucidi e profondi mi disse: “passerà” con un tono dolce e allo stesso tempo consapevole del suo dolore e del fatto che non sarebbe passato facilmente.
Incredibile come la vita sia imprevedibile.
Iniziai a riflettere sul fatto che durante la nostra stessa vita è possibile vivere la stessa situazione ma con ruoli diversi.
Questa sua confidenza mi ha molto colpita perché solo un anno prima, lei era felice e godeva di una situazione a lei favorevole e a distanza di poco tempo si è ritrovata esattamente nel ruolo opposto…
Nei giorni e nei mesi successivi la vedevo sciuparsi, perdere peso oltre ad aver già perso il sorriso, iniziò a frequentare sempre meno le lezioni… e così un giorno ho colto l’occasione e le dissi apertamente che di certo non potevo far nulla per risolvere la sua situazione personale, ma che poteva contare su di me per confidarsi, sfogarsi, piangere o semplicemente fare quattro chiacchiere durante una passeggiata… sentivo che doveva tirar fuori il dolore e alleggerirsi, per dare spazio al tempo che aiuta a superare anche i dolori più duri da affrontare.
Lei mi sorrise e mi ringraziò, poi aggiunse che per superare quel momento aveva bisogno di un aiuto diverso da quello delle sue amiche o di sua sorella e mi disse apertamente che era arrivata alla consapevolezza che il suo era un dolore che andava oltre una storia andata a finire male e decise di chiedere un aiuto professionale. In quel momento ho seguito il mio istinto, l’ho abbracciata e le ho detto che dimostrava davvero di essere una grande donna.
Da quel giorno per quattro/cinque mesi non l’ho più incrociata, non ho più saputo nulla di lei, poi un giorno ci siamo incontrare casualmente al bar dell’Università ed è stato subito un raccontarsi di come la sua vita ha ripreso piano piano a “camminare” e ricordo che mi emozionò con il suo racconto di giovane donna caduta e rialzatasi con le proprie forze e grazie alle sue nuove consapevolezze… eravamo in tante a tenderle la mano, ognuna con le proprie idee e proposte… ma lei sapeva di stare troppo male da dover scegliere la “mano giusta” per tirarsi su.
Nella vita di tutti i giorni incontriamo tante persone, e solo noi possiamo scegliere se farle diventare protagoniste o farle rimanere comparse all’interno del nostro disegno di vita… secondo me è molto importante il ricordo o il segno che il loro passaggio lascia… ecco cosa ci rimane di loro anche con il passare del tempo.
…e tu hai mai chiesto aiuto in un momento di difficoltà? Sei mai riuscito/a tirarti su con l’aiuto degli amici o della famiglia?
..unisci anche tu il tuo puntino…