Parlando con mio padre al telefono di come lui per anni ha svolto il suo lavoro, con tante responsabilità e attività da seguire, a cui non sono mancati i riconoscimenti sia dalle persone che lavoravano con lui e per lui, ma anche da persone che lo stimano per ciò che ha dato alla città in cui abita a livello sociale e lavorativo, mi sono chiesta ma davvero “il lavoro nobilita l’uomo”? Forse sì, ma in alcuni casi “è l’uomo a nobilitare il lavoro”.
Ultimamente l’argomento lavoro è da me spesso affrontato sia con la mia famiglia che con amici e colleghi, un po’ perché la mia situazione è davvero pesante psicologicamente da affrontare nel quotidiano e anche perché, come naturale conseguenza, sto cercando una nuova strada da percorrere e così cerco di capire quale possa essere, per cui come sono solita fare: ne parlo, mi confronto e cerco ispirazione.
Tornando al titolo di questo post la mia conclusione, alla luce dei tanti racconti sulle esperienze lavorative ascoltate fino ad oggi, è che il lavoro (soprattutto in Italia) è indispensabile per poter vivere in maniera dignitosa ed in questo senso sì, “il lavoro nobilita l’uomo“, nel senso che gli dà la possibilità di dare un proprio contributo alla società lavorativa e in cambio riceve uno stipendio che gli permette di condurre una vita “normale”.
Di contro, nel momento in cui l’uomo svolge il proprio lavoro nel migliore dei modi (e non intendo passando tante ore in ufficio) cioè restando aggiornato, scegliendo ciò che da valore aggiunto al proprio lavoro, mettendoci interesse, attenzione e svolgendolo al meglio delle proprie possibilità, ecco in quel momento secondo me “è l’uomo che nobilita il proprio lavoro”.
Il mio esempio personale racconta proprio di come due persone che svolgono lo stesso identico lavoro possono farlo in maniera totalmente diversa, chi con attenzione e puntualità, chi invece con superficialità e poco interesse; nel primo caso è “l’uomo che nobilita il lavoro” nel secondo “il lavoro nobilita l’uomo” in quanto gli dà la possibilità di avere un’attività da svolgere e di vivere nel sociale, ma senza alcun valore aggiunto.
Avere un lavoro in Italia in questo periodo storico/economico è difficile da trovare e spesso ci si accontenta, questo lo capisco, ma è importante svolgere anche il più “semplice” dei lavori al meglio e con impegno.
Amare il proprio lavoro nei tempi odierni è quasi un lusso, perché si è portati ad accontentarsi di ciò che si è riusciti ad ottenere magri dopo anni di studio e sacrifici, a volte si ha paura del cambiamento, a volte si ha paura di rischiare…a volte è più “comodo” aver paura.
Io qualche lavoro l’ho cambiato spesso per scelte personali più che professionali e ogni esperienza lavorativa mi ha lasciato anche un’esperienza umana di cui faccio tesoro e che mi ha portato fino a oggi a crescere non solo professionalmente ma anche come donna.
La vita lavorativa come quella di tutti i giorni è fatta di scelte che non sono per forza sempre vincenti e gratificanti, sono solo scelte che vanno prese senza guardare indietro.
Ho avuto colleghi che facevano il minimo indispensabile, altri che facevano tardi la sera tutte le sere, altri che sorridevano prendendo un caffè alla macchinetta e altri che avevano sempre qualcosa/qualcuno da criticare. Io curo molto le relazioni, il confronto umano e professionale ed ho imparato che non è possibile averlo con tutti. In fondo il mondo del lavoro rispecchia il mondo “sociale”, con la differenza sostanziale che nel mondo del lavoro non scegli tu con chi collaborare / lavorare mentre nella vita fuori dal lavoro scegli tu con chi condividere e con chi “fare squadra”. Differenza non banale, da non sottovalutare e di cui secondo me alcuni capi dovrebbero tenere conto.
In un mondo perfetto avremmo tutti il lavoro dei nostri sogni, ma quello che possiamo fare nel mondo reale è iniziare a svolgere il nostro lavoro con puntualità e attenzione e solo allora possiamo iniziare a puntare sempre più in alto verso il “lavoro dei nostri sogni” perché avremmo più consapevolezza delle nostre capacità.
…e tu hai mai cambiato lavoro? e come ti relazioni alle scadenze, ai colleghi e/o ai capi? E che tipo sei al lavoro?…
…unisci anche tu il tuo puntino…