Un mio collega di lavoro stamattina, davanti alla macchinetta del caffè, mi ha detto di aver trovato finalmente casa e di dover traslocare a breve. Io, ogni volta che sento qualche persona che conosco e a cui sono affezionata che deve affrontare un trasloco, non riesco a non proporgli il prestito del mio carrello arancione… è il mio modo personale per dimostrare il mio sostegno e appoggio in una scelta importante come il cambiare casa.
Il mio carrello arancione mi ha accompagnata in tutti i miei traslochi tranne il primo, quello dalla mia città natale a Roma, ma in tutti gli altri spostamenti lui c’è sempre stato, rassicurante, affidabile e soprattutto di grande aiuto!
L’ho comprato quando sono andata a vivere da sola, ricordo che fu il primo acquisto per la nuova avventura e per me fu di grande aiuto, ma il suo massimo utilizzo fu quando ci siamo trasferiti dalla casa in affitto del primo anno milanese alla nostra prima casa di proprietà! Che ricordi!
Dicono che l’esperienza del trasloco è al terzo posto dei motivi di stress e affaticamento preceduto dall’esperienza di un lutto o di un licenziamento. Ed in effetti non so se è esatto posizionarlo al terzo posto, ma di sicuro è un’esperienza davvero impegnativa e per affrontarla è molto importante avere una motivazione forte alla base.
Ci sono vari “tipi di traslochi” e varie “combinazioni tra questi stessi tipi”:
– cambio casa da solo;
– cambio casa e vado a vivere con il mio compagno/a;
– cambio casa e cambio quartiere nella stessa città;
– cambio casa e cambio città;
– cambio casa e cambio Nazione…
e la costante è il “lasciare la casa vecchia per la nuova”, “ovvio” direte voi… ma tanto “ovvio” non è.
Io personalmente ogni volta che ho cambiato casa l’ho fatto spinta dall’idea che quel cambiamento mi avrebbe messa alla prova e arricchita umanamente, io ho cambiato casa per seguire il sogno di andare a vivere in una grande città, ho cambiato casa per rendermi autonoma, poi l’ho cambiata per andare a vivere col mio attuale marito avvicinandomi al lavoro romano, poi ho cambiato città per raggiungere mio marito qui a Milano, poi insieme abbiamo comprato la nostra prima casa, poi ho cambiato casa e Nazione trasferendomi in Francia con la mia famiglia, poi siamo tornati in quattro a Milano e abbiamo cambiato casa per stare “più comodi”… insomma ogni volta c’era un motivo importante a sostenermi e tutte le volte ho provato emozioni contrastanti paura e felicità, agitazione ed entusiasmo!
Di tutti i traslochi ricorderò quello che è iniziato meglio ma che alla fine mi ha creato più fatica. Trasferimento in Francia: l’azienda di mio marito sceglie una ditta che fa traslochi internazionali, mi forniscono una lista in cui dovevo indicare il numero dello scatolone e cosa era contenuto all’interno, compilo tutto, puntuali vengono a prendere i 78 pacchi + 1 seggiolone due giorni prima della nostra partenza. Quello fu il mio primo trasloco con una bambina piccola per cui oltre al maggior tempo impiegato per riempire gli scatoloni, anche le cose da portare erano di più, ma il reale problema fu che quando tutto arrivò in Francia i trasportatori, che avrebbero dovuto portare tutti gli scatoloni fin su a casa, non lo fecero perché la strada davanti casa nostra era a senso unico e stretta per cui non potevano fermarsi a scaricare, e così hanno scaricato un unico bancale con tutti gli scatoloni legati con il cellophane giù nel mio garage! (…) poco alla volta, sera dopo sera, portavo su gli scatoloni e durante il giorno mettevo le cose al loro posto… ricordo ancora oggi la mia espressione di incredulità davanti a quel pallet in garage più alto di me!
Invece quando abbiamo traslocato dalla casa “piccola” a quella più grande, una volta tornati dalla Francia, l’aspetto più difficile per me è stato lasciare le mie vicine di casa che mi hanno aiutata, coccolata, supportata e sopportata nel periodo a dir poco impegnativo della “neo mamma”, viviamo ancora vicine ma la quotidianità del rapporto l’abbiamo inevitabilmente persa (purtroppo).
Quando lasci la tua casa per una casa che solo con il tempo sentirai “casa tua” è ovviamente un momento difficile da affrontare, tutti i ricordi legati a quelle mura, tutti gli oggetti comprati per “quella” casa che porti con te nella nuova con la speranza che ti aiutino a farti sentire meno sola, meno estranea al posto nuovo, non è un momento di certo facile. Ma poi c’è l’aspetto della novità in cui è tutto nuovo e da scoprire: i vicini di casa, i negozi del quartiere, devi iniziare a memorizzare i giorni e l’orario della pulizia delle strade per evitare le multe…
È vero il trasloco causa stress ma è sempre una bella esperienza e secondo me va vissuta almeno una volta nella vita!
…e tu hai mai cambiato casa? e per quale motivo l’hai fatto? Ti è piaciuto o lo stress ti ha sopraffatto?…
…unisci anche tu il tuo puntino…
Mi presteresti il tuo carrello arancione? Dovrei consegnarti la nomina per il Liebster award 🎉🎉🎉
http://claudiabrugna.com/2017/03/25/di-leibster-award
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WOWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWWW!!!!!!!!
grazie!!
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Di nulla 💖
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Ciao! Ho seguito fin qui i puntini disseminati da diserieZero e mi sono innamorato del tuo carrello arancione. Una presenza formidabile e discreta, sempre pronta a scuotersi via la polvere per farsi trovare pronta a sostenerti nei momenti più stressanti e difficili della tua vita!
Io ne ho uno rosso, sgangherato, che ad ogni utilizzo perde qualche bullone, così tendo a caricarmi tutto sulle spalle. Ho affrontato 4 traslochi: mi sembravano tanti, ma devo unirne di puntini per raggiungere la tua esperienza. Buona vita, e in bocca al lupo per il blog! 🙂
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Buona vita a te…e unisci sempre i puntini verrà fuori un disegno meraviglioso e tutto tuo!
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