Questa è la locandina dello spettacolo portato in scena l’anno scorso da noi Mamme presso l’Istituto Sacra Famiglia per regalare un sorriso a coloro che convivono con dei problemi di disabilità.
Ma andiamo con ordine.
Il primo anno alla scuola materna di A. ha coinciso con il primo anno al nido di E., insomma un anno volato via tra corse di qua e di là, influenze di entrambe a catena (finisce una inizia l’altra), permessi al lavoro da recuperare e così quel cartello che invitava le Mamme a far parte del progetto di mettere in scena una storia per Carnevale per i bimbi della scuola mi era del tutto sfuggito…ma non mi sfuggì l’entusiasmo di A. nel raccontarmi la storia che le Mamme avevano messo in scena per loro, e così mi son detta “l’anno prossimo rallenta e fai qualcosa di bello per le tue bimbe, qualcosa che possano ricordare”.
E così l’anno successivo sono stata attenta a guardare quando veniva affisso il cartello e ho preso appunti: “appuntamento il tale giorno a tale ora”. Mi presentai portando con me tanto entusiasmo, pronta a mettermi in gioco anche solo con una parte piccolina, perchè anche quando ero una bimba di solito alle recite io non ero mai in scena come “personaggio della storia” ma ero sempre scelta come presentatrice…chissà perchè…forse a causa della mia scarsa memoria preferivo avere una cartelletta in mano che mi dava sicurezza… sì forse era questo il motivo…
Il gruppo di Mamme che per ovvi motivi si “rigenera” di anno in anno era composto da Mamme al primo anno e Mamme già alla terza esperienza e quello che ha accomunato tutte sempre, sin dall’inizio, è stato l’entusiasmo di far bene qualcosa per i propri bimbi, certo il dibattito era sempre aperto e da settembre a dicembre spesso si discuteva ancora della storia da scegliere, ma appena scelta la storia, affidate le parti e appena M. faceva girare il testo definitivo, si inizava davvero ad entrare nel “mood” : “ci siamo” questo personaggio devo farlo mio!
La storia del mio primo anno fu “Robin Hood”, io facevo il fratellino di uno dei coniglietti, avevo una sola battuta ed ero emozionatissima… ho curato l’abbigliamento, la battuta e una settimana prima della recita ho deciso, visto che ero il più piccolo dei coniglietti, di fare la scena in ginocchio creando dei piedi finti da attaccarmi alle ginocchia…può sembrare strano ma nel mio piccolo volevo far bella figura, volevo essere il più verosimile possibile anche per non rovinare la scena con tutti gli altri personaggi. Avendo solo una scena principale, dietro le quinte aiutavo nei cambi scena e le altre Mamme a ripetere, in nome della bellissima sensazione di far parte di un gruppo: tutte orientate (ognuna con il proprio carattere, con le proprie idee e convinzioni) al divertimento dei bambini che quando li vedì lì seduti davanti a te con gli occhioni sbarrati dalla meraviglia di una scenografia fatta nel migliore dei modi ma con materiali poveri e che ti guardano con attenzione per riconoscere la propria mamma e indicarla al compagno seduto accanto, vieni ricompensata dell’impegno e delle corse per arrivare puntuale alle prove tutte le settimane…
Il secondo anno si è deciso di portare in scena “Biancaneve e i sette nani”, era l’ultimo anno di A. e il primo anno di E. alla scuola Materna e “forte” dell’esperienza dell’anno precedente, rifiutai il ruolo di Biancaneve che mi venne proposto più volte (viste le caratteristiche fisiche che avrebbero aiutato il personaggio) e decisi un pò timorosa di fare il Principe Azzurro!!
Due scene : all’inizio la scena del Pozzo e alla fine il Bacio del risveglio.
Ricordo la disquisizione “parrucca sì, parrucca no”, comprai una parrucca bionda su Amazon convinta di poter dare un pò di “mascolinità” al personaggio ma con quella parrucca peggioravo la situazione e allora mi aiutò la mia amica G. a capire che era l’atteggiamento che mi doveva far sembrare un maschio, come stavo ferma, come camminavo, come la guardavo, ecco i trucchetti che ho dovuto imparare lungo la preparazione del personggio.
Ah, vogliamo parlare della mia memoria? Completamente nel panico davanti al copione ho pensato “non ce la farò mai”, “le bimbe si ricordaranno di me come l’unica mamma che dimentica le battute in scena”…tragedia! E così, all’improvviso un’illuminazione: la mia memoria funziona benissimo con le canzoni! e quindi costrinsi mio marito a registrare con me i due dialoghi da imparare e così, la mattina mentre andavo a lavorare e al ritorno verso casa, niente musica ma file audio in “autoreverse”… risultato ottenuto! Imparai tutte le battute in poco tempo e così mi son potuta dedicare a renderle più spontanee possibile.
Tutti i bimbi erano entusiasti alla fine della storia, hanno cantato una bella canzone per noi, ci hanno abbracciato, abbiamo ballato e mangiato le chiacchiere insieme… i maschietti si divertivano a rubare la mia finta spada e le bimbe giocavano a nascondersi dietro il mio mantello. Ancora oggi le mie bimbe quando vedono il Principe di Biancaneve in qualche immagine mi dicono “Mamma guarda ci sei tu!”….
L’associazione Genitori di cui facciamo parte entrò in contatto con quest’Istituto proponendo di fare lo spettacolo per allietare una mattinata a loro scelta e dopo Carnevale e il successo ottenuto con i nostri bimbi, abbiamo debuttato in un teatro vero, con degli spettatori altrettanto speciali che ci hanno regalato un’emozione così grande che davvero non pensavo di poter provare.
Il loro entusiasmo è stato per me come uno tsunami, come un pugno forte allo stomaco che mi ha fermata da una corsa che inconsapevolmente avevo intrapreso con la mia vita, so che può sembrare una frase fatta, ma basta davvero poco, pochissimo e donando un pò del tuo tempo vieni ripagato da una gratitudine esperessa in sorrisi, abbracci, in semplici “grazie”…ma il grazie senti di doverlo dire tu a loro che sono meno fortunati ma ugualmente umani e anche più ricchi di Amore di tutti noi.
Che sia con uno spettacolo, con delle attività coordianate da un’associazione, dovremmo prenderci tutti del tempo per dedicarci “agli altri”, anziani, bambini, persone con diabilità, alle persone che amiamo… grazie a loro possiamo davvero ricordarci o addirittura imparare a valorizzare la nostra umanità contro le “corse della vita frenetica” che abbiamo e le “macchine” che a volte pensiamo di essere.
…e tu hai vissuto un’esperienza che ti ha arricchito umanamente e che ti ha dato la sensazione di dover rallentare e sistemare le tue priorità?..
…unisci anche tu il tuo puntino…