C’è una data nella mia vita e in quella di molte altre persone nel mondo che si è imposta nella nostra memoria e nel nostro cuore con una brutale forza perché non abbiamo scelto noi di ricordare cosa è successo l’11 settembre di qualche anno fa, ma quella violenza subita anche a kilometri di distanza non si potrà mai dimenticare, è stato il primo di una serie di attacchi alla civiltà occidentale.
Ricordo la telefonata ricevuta da mio padre nelle prime ore del pomeriggio di quel giorno, ero in università, avevo mangiato a mensa con i miei amici, come sempre dopo pranzo avevo preso il mio caffè macchiato al bar e poi ero andata in sala lettura a continuare a preparare il secondo esame della sessione di settembre. Il mio cellulare vibra, è Papà, esco fuori e rispondo; ricordo esattamente le sue parole, mi disse: “dove sei?” risposi: “sono all’università, mi sono fermata a studiare qui” e lui aggiunse: “a New York un aereo ha colpito le Torri Gemelle, un disastro, la gente disperata si lancia nel vuoto”.
Ricordo, come fosse ieri, che parlando con mio padre inizialmente la nostra convinzione era quella di un incidente non voluto, ma casuale come se chi guidava avesse perso il controllo magari per un malessere, ma mentre eravamo al telefono e mio padre continuava ad avere sotto gli occhi le immagini che la tv proponeva, arrivò il secondo aereo sulla seconda torre, a quel punto abbiamo preso coscienza entrambi che non era un incidente ma che qualcuno si era volutamente schiantato contro le torri con la chiara volontà di uccidere. Solo dopo si seppe che su tutti e quattro i voli c’erano dei dirottatori che agivano in nome di al-Qāʿida.
Successivamente un’altro aereo si lanciò sul Pentagono colpendo l’ala ovest (tra passeggeri e persone del Pentagono morirono quasi 200 persone) e successivamente un quarto aereo che puntava verso la Casa Bianca fu intercettato è fatto atterrare su un campo vicino.
New York era in ginocchio e con Lei la cultura e i valori occidentali, oltre l’economia, Tutti, anche solo per un momento, ci siamo immedesimati nelle persone che hanno subito questo terribile attacco, le persone coinvolte erano di 70 nazionalità diverse, tutti la mattina si alzavano e andavano a lavorare nello stesso posto, proprio come tutti noi e proprio questo, secondo me, ci ha colpiti in quel momento così come d’altronde anche per tutti gli attentati a seguire subiti in questi anni che vogliono farci provare paura colpendo nella nostra quotidianità.
Negli anni successivi è stato realizzato un documentario sull’11/9/2001 e oggi, dopo 16 anni, il World Trade Center (Ground Zero) ha ripreso vita con due fontane costruite sulla base delle torri e con un museo che ricorda tutte le persone che hanno perso la vita in quell’attacco tra cui 343 vigili del fuoco.
Il corpo dei vigili del fuoco ha avuto un ruolo fondamentale, alcuni hanno anche perso la vita per salvarne delle altre. Il loro ruolo, un tempo magari sottovalutato, oggi è sempre in primo piano e ogni volta che ci sono delle catastrofi provocate dall’uomo o legate alla natura (come terremoti, incendi, alluvioni,…) il loro posto nei soccorsi è sempre in prima fila.
Secondo me dobbiamo imparare ad immedesimarci più in un vigile del fuoco che salva le vite che nelle potenziali vittime di un attacco terroristico che ci impedirebbe di vivere la vita appieno nella nostra quotidianità.
…e tu ricordi dov’eri l’11 settembre 2001? Che emozioni hai provato?…
…unisci anche tu il tuo puntino…
Ero a lavoro, e avevamo una piccola tv sintonizzata su Rai Uno. C’era confusione per via della gente, quindi all’inizio non capii bene cos’era successo, poi vidi le immagini, feci stare zitti tutti e allora capimmo la gravità della cosa.
Anche noi all’inizio avevamo pensato ad un incidente, ad una cosa non voluta, poi quando si iniziò a parlare di altri voli dirottati e di terroristi cominciò a salire l’orrore. Vedemmo in diretta praticamente il secondo aereo che si schiantava e poi la caduta delle due torri.
Una roba assurda, manco nei film si era mai vista una cosa del genere.
I fogli di carta che volavano, la polvere, la gente che si buttava dalle finestre… Non ci schiodammo dalla tv manco la sera quando ormai eravamo tutti a casa e ci scrivavamo al telefono per vedere chi aveva più informazioni rispetto agli altri.
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Grazie. I ricordi così nitidi nella nostra memoria di qualcosa successo a qualcun altro in un posto così lontano sa noi, è incredibile!
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Vero, verissimo. Forse perché è una cosa che ha colpito molto profondamente, o forse perché da allora ogni anno in questo periodo bombardano la cosa con documentari e notizie “ricordo” chi lo sa.
Ad ogni modo, col passare degli anni la questione di fondo non è cambiata, ha soltanto cambiato nome e luogo. Purtroppo.
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