Bimbe a letto, aspetto l’arrivo di mio marito previsto sul tardi stasera e ne approfitto per guardare un film su Netflix. Inizio a scorrere i film sentimentali e ne scelgo uno solo perché ambientato a New York, città che ha conquistato il mio cuore anni fa e dove mi riprometto di tornare appena possibile…

Mi rendo conto che già dopo solo 20 minuti circa dall’inizio del film non ricordo neanche il suo titolo ma ‘sento’ di guardarlo con attenzione… gli attori non li conosco, seguo i dialoghi, la storia, gli sguardi dei protagonisti e la “City” notturna che fa da scenario a tutte le piccole avventure che vengono raccontate, sì perché tutto il film si sviluppa in una sola notte. A lei rubano la borsa e ha con sé solo il biglietto di un treno per tornare a casa e un cellulare rotto mentre correva invano per prendere quel treno… lui in stazione che suona la tromba, musicista con un sogno che non ha il coraggio di inseguire…

La storia è lineare, dialoghi semplici, diretti e il film è sviluppato come fosse un’unica sequenza… un film che posso definire “flat”, senza nessun colpo di scena. I due si baciano solo a 10 minuti dalla fine del film senza andare oltre. E il film si conclude “chiudendo il cerchio” con loro due che si salutano con un bacio “a stampo” in stazione , dove tutto è iniziato, prima che lei riesca a salire su quel treno.

La cosa più bella è che questo film nella sua linearità, non mi è sembrato affatto banale.. La chiave del racconto che mi ha stupita è come i due protagonisti, scena dopo scena si raccontano a vicenda in maniera diretta, sincera e senza “sovrastrutture”. Questa cosa mi è piacita tantissimo. Ho iniziato a mettere a fuoco una loro dinamica particolarissima nel raccontarsi passo dopo passo fatto insieme per risolvere il problema di farla ripartire il prima possibile… entrambi in un momento particolare della loro vita riescono a vedere la loro situazione emotiva con gli occhi dell’altro e a fare entrambi un “passo in avanti” verso una scelta che prima di questa notte nessuno dei due riusciva a prendere.
“Semplicemente bello”. Mi ha fatto pensare a quanto a volte parlare con una persona che conosci da poco o che non conosci affatto ti può far sentire più libero/a di mostrati con sincerità. In effetti a me è capitato qualche volta in passato durante un viaggio in treno o in aereo, di chiacchierare con un vicino di posto di qualcosa di più o meno personale, condividendo impressioni o dubbi, proprio sapendo di non avere più occasioni di incontro, volendo forse un parere completamente esterno non solo alla vicenda vissuta ma volendo conoscere un punto di vista esterno di chi non è condizionato dal conoscere il mio carattere o le mie esperienze precedenti.
Spinti da un’empatia verso qualcuno che non si conosce ci si può raccontare e allo stesso tempo si può avere un consiglio, un parere spontaneo, distaccato, disinteressato, sincero… considerato che mancano tutte quelle sovrastrutture che il conoscersi da tanto/poco tempo si creano in maniera naturale.
Questo film scelto “a caso” oltre a farmi rivedere strade e luci di NY mi ha fatto pensare alle persone che sto conoscendo in questo periodo, persone che iniziano a conoscermi e che inizio io a conoscere… fogli bianchi che si stanno riempiendo passo passo di racconti, esperienze condivise (quelle di oggi) e raccontate (quelle passate). Conoscere meglio le persone che incontro nel mio cammino è una delle esperienze che preferisco di più del mio vivere. Cerco di non fermarmi mai alle apparenze e di capire meglio chi ho davanti grazie alla mia curiosità ed empatia.
…e tu sei incuriosito dalle persone che hai accanto quotidianamente o da quelle che incontri per caso? Ami conoscere persone nuove e parlare di te e ascoltare cosa hanno da raccontare?…
…unisci anche tu il tuo puntino…