Domenica 17 Marzo ore 18.31. Da stamattina (e sull’onda di ieri altra giornatina niente male) mi sono detta: “ora mi fermo” almeno una quindicina di volte, giuro, ma non sono riuscita a fermarmi un attimo, neanche mentre mangiavo alle 15.20 sono riuscita a star seduta per più di 5 minuti di fila. E invece ora no, me lo sono ripetuta ancora e ho deciso: mi fermo e scrivo. Ed eccomi qui!

Ma chissà cosa avrò fatto di così entusiasmante ed avventuroso in questa Domenica di Marzo, vi starete chiedendo… nulla di entusiasmante e avventuroso. Diciamo che ho passato il tempo ad assecondare il mio “Super Io” che continua a ordinarmi di fare cose per essere in linea con chi gli altri si aspettano io sia.

Provo a spiegarmi meglio.

Un paio di settimane fa, mio marito ha deciso che nella cameretta giochi delle bimbe c’era troppo ca… confusione e quindi ha deciso di acquistare un armadio, una scrivania, una cassettiera e ha anche deciso che sarebbero venuti a montarla il primo sabato libero… cioè questo raccomandandosi di consegnare dalle 11 in poi visto che io avrei dovuto portare le bimbe prima in piscina.

Ora, lo so che in molti penseranno che sono irriconoscente e che non apprezzo il gesto generoso e di aiuto che era sua intenzione fare… ma visto che poi lui è subito ripartito e visto che a mio avviso non c’era urgenza di fare “questo passo”, questa storia non mi è molto andata giù.

E così abbiamo iniziato venerdì a svuotare la cameretta così che sabato la trovassero vuota e pulita, poi mezz’ora prima di arrivare mi arriva un sms con il quale mi comunicavano che non avrei potuto saldare con cdc o bancomat causa disguido tecnico, quindi mentre facevamo colazione post piscina siamo uscite di nuovo per andare a prelevare i contanti al bancomat, alle 11.00 sono arrivati puntuali, hanno montato i mobili e sono andati via. Ho pulito, cucinato, poi ho portato A. a catechismo e con E. siamo andate da Ikea a prendere le scatole per ordinare i giochi dentro l’armadio, poi abbiamo preso A. e siamo tornate a casa. Hanno scelto che giochi tenere, quali buttare e quali regalare, mentre io stendevo la prima delle lavatrici del weekend, poi abbiamo ordinato nelle scatole acquistate e abbiamo finito verso le 21.30…per poi cenare e farle andare a dormire mentre io ho continuato a sistemare i vari sacchetti dividendo in maniera puntuale carta e plastica e concludendo con una doccia credo verso mezzanotte.

Stamattina sveglia, colazione, ritirati i panni asciutti ho caricato la seconda lavatrice del weekend, ripetiamo insieme inglese e storia e poi siamo uscite a mezzogiorno e mezza: Ikea “2” per le scatole che mancavano e la spesa… il pranzo e stendi la lavatrice, aspirapolvere e lava per terra… ed eccomi qui.

Infine aggiungo un piccolo ma significativo dettaglio: i due giorni su citati sono stati accompagnati da telefonate di parenti stretti del tipo: “stai ancora sistemando?” – “non hai ancora finito?” o ancora peggio “stai riposando?”

Ora la riflessione di questa domenica pomeriggio del 17 Marzo è la seguente: ma… c’era bisogno di tutto questo? NO. Non c’era bisogno dei mobili nuovi, ok non ho scelto io. Ma una volta arrivati e dopo aver pulito… c’era bisogno di mettere subito in ordine “subito” tutto? di andare due volte all’Ikea per avere tutto sistemato, di pulire e ripulire (perché io continuavo a vedere polvere ovunque)? e c’era bisogno di fare le solite due lavatrici anche in un weekend come questo? e c’era bisogno di fare la spesa per tutta la settimana come sempre? e seguirle nei compiti mentre stendevo i panni e toglievo la polvere? e c’era bisogno di “non tralasciare nulla”? NO avrei potuto e credo, ora che respiro e scrivo, che avrei dovuto tralasciare qualcosa.

Mea culpa con me stessa. Non mi sono data tregua e non sono sicura di aver fatto davvero quello che era “giusto” fare. In questo momento la casa è pulita e in ordine ma tra meno di 12h ho la sveglia per iniziare una nuova settimana. Una parte di me dice che ho fatto “quello che andava fatto”, così alla prossima telefonata potrò rispondere che ho messo tutto a posto e ho fatto tutto quello che di solito faccio nel weekend fingendo “fierezza”. Un’altra parte di me, quella più umana, continua a ripetermi che non avrei dovuto mettere tutto questo davanti a me, alla mia voglia di staccare un attimo la spina, alla mia voglia di uscire e fare una passeggiata senza una meta definita, alla mia voglia di andare a prendere quel paio di scarpe che mi sta aspettando in quel negozio o di portare io le mie figlie a mangiare il gelato e non mio fratello…

Quindi, la conclusione di questo sproloquio da “desperate housewife” è il seguente : “Carissima, ormai questo weekend te lo sei giocato, organizzati un’uscita con un’amica in settimana che ne hai bisogno e ricorda sempre che lo “sti cazzi” salverà il mondo!

…e a te è mai capitato di entrare in un vortice di cose da fare che senti esserti imposto ma se ci rifletti un attimo ti accorgi che alla fin della fiera sei tu ad imporlo a te stesso?…

…unisci anche tu il tuo puntino…

Ps. Ecco le scarpe che mi aspettavano…