La punteggiatura è importante, l’ho sempre saputo, sin da quando vedevo mio nonno e mio padre correggere i miei scritti senza toccare il contenuto ma solo la punteggiatura.

Questo post inizia con un sentimento che riaffiora… il perdono.

Ho sentito qualche amica in questi giorni e chiacchierando questo sentimento è “venuto a galla” ma cullato da onde che vanno e vengono…

Ho imparato a perdonarmi.
Ho imparato a perdonarmi?

Di sicuro non mi perdonerò per tutte le volte che “non mi sono mai sentita abbastanza” come donna e cime madre… ancor di più non mi perdonerò di aver permesso a qualcun altro di “non farmi sentire abbastanza“.

Arriverò a perdonarmi per aver sofferto, sapendo che sarei finita per soffrire? Forse devo ancora allenarmi a perdonarmi molto sul piano affettivo.

Invece sono senza dubbio “cintura nera” nel perdonarmi sul piano quotidiano ed emotivo. Mi accetto e mi amo abbastanza da perdonare le mie cadute, i miei errori e le mie insicurezze.

Perdono spesso la mia sincerità a volte troppo diretta nei confronti degli altri e di me stessa, che cresce in proporzione al bene che voglio a qualcuno e che a volte può “suonare” con durezza.

Chi mi conosce lo sa.. faccio parte delle persone che se devo dire una cosa che non penso… “piuttosto taccio”, io non faccio complimenti “tanto per”, né sono “l’amica di tutti”. Se però decido di esserti amica nel “pacchetto” della mia amicizia c’è una sincerità profonda e rispettosa che va accolta o rifiutata. Io amo essere me stessa ed esprimere ciò che penso, amo espormi e perché no anche cambiare idea. Amo essere conosciuta per come sono e cosa penso e quindi essere scelta come Amica. Mi è chiara l’altra parte della medaglia: la possibilità di non essere scelta e di esser lasciata perdere, dimenticata anche, perché no, anche con facilità, come successo di recente per merito della quarantena.

Mi perdono la stanchezza, mi perdono i capelli quasi mai in piega, mi perdono i soldi spesi per prodotti beauty che non uso spesso per pigrizia, mi perdono la voglia di silenzio che a volte mi fa allontanare dalle mie bimbe, mi perdono i buoni propositi cambiati, evitati o posticipati di continuo, mi perdono la memoria corta e mi perdono tutte le volte che non ho voglia di stirare o cucinare.

Non mi perdono quando rispondo male a mia madre perché me ne pento sempre un secondo dopo ed è sempre troppo tardi per pentirsene, non mi perdono il mio giudizio a volte troppo duro verso le mie fragilità, non perdono il mio “Super Io” interiore che mi induce a pensare che ce la posso fare in tutte le situazioni anche da sola perché quando prende il sopravvento inevitabilmente io so che ci starò male, non mi perdono la mia “fame d’Amore” che mi induce ad illudermi che ce ne sia dove in realtà non ce n’é mai stato.

Da un torto ricevuto, da altri o da noi stessi, può nascere l’occasione per-donare ecco perché perdonare e perdonarsi è senza dubbio un dono, lo dice la parola stessa!

…io intanto dondolo ancora tra: “ho imparato a perdonarmi.” e “ho imparato a perdonarmi?” e tu?

…unisci anche tu il tuo puntino…