“…a volte le grandi avventure lo sai, finiscono in fretta… pensavi il bosco non finisse mai, ma c’era una fine…” così cantava I. quando interpretava la Nonna e teneva stretta Cappuccetto nella pancia del lupo, o almeno così L. ha raccontato nella sua storia fatta in casa.

In questo post voglio raccontare della più bella esperienza vissuta durante i mesi di lockdown: il mio corso di scrittura, che non è stato solo mio ma di altre 9 persone meravigliose con le quali ho condiviso delle serate di condivisione e scrittura, guidate da L. che con la sua voce e il suo modo di fare ci ha fatto sentire “a casa”.

Eravamo in 10, 10 persone di età diverse, collegati da posti diversi, con uno sfondo alle spalle diverso, ma con la stessa attenzione, la stessa voglia di confrontarsi, la stessa voglia di raccontare e raccontarsi.

E’ stato bello e inaspettato.

Al primo incontro L. pensava fossi collegata da Parma e non da un appartamento a qualche traversa da casa sua, timidamente ho chiesto, appena si era allontanato, “ma è il primo corso di scrittura anche per voi?”. L’ho chiesto per cercare qualcuno che fosse nella mia stessa situazione di “partenza”, cercavo di rompere quell’imbarazzo mixato all’entusiasmo di questa mia nuova avventura intrapresa.

E’ bastato il primo “gio-compito” per capire che R. era “come me“, emozionata al punto da non averlo capito fino in fondo per cui invece di elaborare 5 tipi di presentazioni diverse, ne abbiamo scelta solo una, impiegando quei 10 minuti per un’unica presentazione invece che per cinque diverse come gli altri compagni d’avventura! ahahha 🙂

Sono stati 6 incontri molto coinvolgenti.

Siamo stati tutti coinvolti in una prima fase in maniera individuale durante la quale dovevamo semplicemente esprimerci e raccontarci a modo nostro facendo tesoro degli input creativi e tecnici di L.

Dopo i primissimi incontri abbiamo iniziato a lavorare in coppia per questo nostro piccolo – grande progetto di scrivere un nostro racconto.

Non il racconto “della vita”, ma un nostro racconto breve, di fantasia, autobiografico o un aneddoto ascoltato da qualcuno… e i nostri racconti sono stati davvero speciali e in ogni racconto abbiamo trovato una parola, una frase o solo un’emozione che parlava di noi in qualche modo.

E così ho conosciuto i personaggi e i protagonisti dei racconti dei miei compagni d’avventura, dai loro racconti ho imparato qualcosa di loro come scrittori, ho preso appunti, ho ascoltato con gli occhi chiusi le loro voci che leggevano il loro testo con esitazione, con orgoglio o cambiando tono in base al testo.

I racconti, anche se “fatti in casa” ti possono portare ovunque.

G. e R. mi hanno aiutata a mettere a fuoco diverse sfumature del mio racconto, grazie a E. che con il suo racconto finale mi ha preso per mano e mi ha portata in un modo fantastico dove l’ “accorgersi” colora la tua Vita, sempre.

Grazie Ragazzi, siete un “puntino” fisso e lucente che porterò con me come una lanterna nel periodo buio e incerto del primo lockdown della mia vita.

…e tu che puntino hai fissato durante il primo lockdown del 2020, quello da fine febbraio a fine marzo?…

…unisci anche tu il tuo puntino…

A voi il mio “Racconto fatto in casa”:   “Nessuno è un Albero”: https://unisciipuntini.me/2020/06/11/nessuno-e-un-albero/