Ultimo anno del liceo classico, la maggior parte delle mie amiche e compagni di classe avevano le idee chiare su cosa fare dopo il liceo: chi voleva subito inserirsi nel mondo del lavoro, chi voleva studiare lettere, chi giurisprudenza e chi economia..ognuno con una propria personale motivazione; per seguire le orme di un genitore, per assecondare la propria indole o per inseguire un sogno.
Io invece non ero così sicura di cosa volessi fare dopo il liceo e così ricordo che iniziai a leggere libri e libretti che approfondivano le materie delle varie facoltà, presentavano gli atenei italiani e gli sbocchi lavorativi che si potevano ipotizzare.
Ricordo che mi innamorai da subito di Scienze Politiche: una facoltà ai miei occhi completa di materie diverse ma complementari tra loro: diritto, economia, storia, lingue straniere, e materie umanistiche tout cour. Invece “dai puristi” era considerata una facoltà “minestrone”: “c’è di tutto un po’, ma nulla di specifico” ed era proprio questo l’aspetto che mi conquistò.
Me ne innamorai, e come succede con tutti i grandi Amori, si ha un po’ di timore a svelarli subito con certezza, e così non ne parlai con nessuno e ogni volta che mi veniva posta la domanda sulla mia scelta universitaria io continuavo su un filone vago di risposte.
Forte della scelta che sentivo di aver già preso iniziavo a sentire che qualcosa mancava a questo mio amore appena sbocciato e mi accorsi che la mia scelta doveva essere indirizzata in una visione più a lungo termine e capii che per concretizzare il mio desiderio dovevo trasferirmi in una città diversa da quella in cui sono nata e dove ho vissuto fino a 19 anni.
Ma come convincere i miei genitori che la mia scelta legata alla facoltà di scienze politiche era quella giusta? …non solo, cosa avrebbero risposto alla mia richiesta di trasferirmi in un’altra Città?
Così presi spunto dalla tenacia e dalla tattica attuata da mio fratello per ottenere il motorino qualche anno prima…
1) crederci;
2) esporre la richiesta con fermezza senza mai mostrare cedimenti o possibilità di trattativa.
Per darmi supporto decisi di raccogliere più informazioni possibili sull’università scelta, sulla facoltà e i test di ingresso da affrontare, stampai la modulistica da compilare per partecipare ai test d’ingresso di un’università privata che di sicuro mi avrebbe permesso di avere qualche chance in più con i miei genitori (che, come tutti i genitori, per noi figli hanno sempre voluto il meglio).
Una mattina di luglio mi presentai da papà in ufficio e gli parlai dei miei grandi progetti per il mio futuro, Lui rimase attonito ascoltando la mia scelta sulla facoltà e amorevolmente sorrise alla proposta di un università a numero chiuso nella Capitale. Sapevo che quel suo sorriso non era d’incoraggiamento ma era il sorriso di un padre che voleva dare a sua figlia la possibilità di sognare…ma senza credere davvero in un successo. Abbiamo compilato insieme il modulo per i test con Lui che tentava, sempre sorridendo, di persuadermi a mettere la X sulla casella di giurisprudenza o economia… da quel giorno avevo un obiettivo ed ero determinata a raggiungerlo. Avevo fatto la mia scelta e non volevo deludermi.
E così il ricordo delle mia “estate della maturità” è racchiusa nell’immagine di questo post, i libri per passare il test e il mare dalla mia finestra. Niente viaggio dell’ultimo anno ma il cronometro del cellulare per tenere il tempo nel rispondere a XX domande…come sarebbe stato il giorno del test d’ingresso.
A Roma mi accompagnò proprio il mio papà in persona, ricordo file di ragazzi abbronzati e sorridenti con in mano il documento e la lettera di convocazione, io mi sentivo così emozionata e carica di aspettative! Era la mia scelta che mi aveva portata lì davanti ad un bivio: passo o non passo…la mia Vita sarebbe stata totalmente diversa in base al risultato di quel test d’ingresso.
Dopo il tanto “allenamento estivo” sono uscita tra i primi e quando Papà mi ha vista arrivare mi ha sorriso, mi ha abbracciata e mi ha detto con tono consolatorio “Brava, pensa che comunque vada tu ci hai provato”, io risposi al suo sorriso e lo abbracciai più forte perché sapevo che sarebbe andata bene…per me…
Un paio di settimane dopo arrivò la lettera che mi comunicava che ero entrata tra i primi 100. Ma io in quella lettera ho letto: “Brava Nicole la tua scelta è diventata la tua realtà, adesso tocca a Te“.
Da quel momento la mia vita prese la strada che io avevo scelto per me e voi quando avete preso per la prima volta una decisione importante per la vostra vita?
…unisci anche tu il tuo puntino…