Da bambina il mio Papà non mi raccontava le favole prima di andare a dormire, ma in compenso durante la notte quando entravo dalla porta nella loro stanza al buio, senza esitazione circumnavigavo  il lettone e arrivavo davanti a Lui che mi faceva intrufolare con facilità nel calduccio delle loro coperte.

Uno dei momenti che apprezzo di più quando stiamo insieme sono i suoi racconti che “parlano” della sua fanciullezza, dei suoi studi, della sua famiglia di origine, del suo lavoro, delle sue vittorie e delle ingiustizie subite. 

Quando inizia a raccontare a volte la Mamma lo interrompe perché “questa storia l’hai raccontata mille volte!”…io sorrido e ascolto sempre con attenzione e anche se alcune storie in effetti, le conosco quasi a memoria, cerco nel racconto qualche colpo di scena o dettaglio celato fino ad oggi…

Mio Papà quando racconta una storia, un aneddoto, un ricordo, è sempre attento a raccontare bene i particolari di alcune scene ed usa un intercalare per ogni frase riportata così da coinvolgere appieno chi lo ascolta.

Senza alcun dubbio i racconti che preferisco sono quelli di quando era un ragazzino, quelli legati alla sua vita familiare, al collegio dove ha studiato per anni, alle estati passate in campagna a dare una mano ai braccianti nella speranza di far presto e riuscire a godersi un po’ di riposo.

Amo ascoltarlo quando racconta del suo Papà che durante la carriera militare si faceva valere anche se molto giovane e che poi si rimise in gioco laureandosi in ingegneria, il suo tono di voce per lui è sempre di grande ammirazione, quando invece racconta delle figure femminili della sua Famiglia e della sua Mamma in particolare, si sente un tono di dolcezza, riconoscenza e affetto incredibili.

Dai racconti di Papà ho sempre tratto dei grandi insegnamenti, mi ha sempre parlato della sua infanzia passata lontano dai suoi genitori per poter studiare. Aveva vicino la sua Nonna prima e la Zia dopo, racconta l’attesa dell’appuntamento telefonico settimanale con la sua Mamma, la telefonata era fatta da una cabina pubblica e con i gettoni “a tempo” con una voce che mentre loro parlavano si intrometteva e chiedeva se volevano “raddoppiare” il tempo (e il costo)… e da quel momento un saluto veloce e si aspettava la settimana successiva.

Dai racconti si evince sempre sia il forte senso di responsabilità in tutto quello che faceva (e secondo me lui neanche se ne rendeva conto che fosse così forte in lui) ed anche un grande legame familiare non solo verso i genitori e i fratelli ma a più ampio raggio sui familiari, questo legame si esprimeva in ciò che chiamiamo generosità, nel senso più sincero e profondo, che lo ha accompagnato in quasi tutte le sue scelte di vita.
La sua non è stata certo un’infanzia spensierata ma di certo riusciva a vedere e a sperare in un futuro migliore, aveva poco e sapeva apprezzarlo con tanta dignità, oggi invece spesso si ha tanto e non lo si apprezza e quando si pensa al futuro si spera che sia il “meno peggio possibile”.

Uno dei miei più grandi desideri (mai espressi finora) è quello di proporre a mio padre di scrivere a suo modo i suoi racconti di vita, in modo tale che possano essere letti e riletti anche dalle sue nipoti che potranno capire attraverso le sue parole, l’importanza dei valori veri, ad imparare ad apprezzare ciò che si ha e a vivere una vita con la speranza di un futuro migliore.

È questa la grande Raccolta di Racconti che Lui potrebbe continuare a regale a noi figli e ai suoi nipoti…pensaci Papà!

…e voi ascoltate volentieri i racconti dei vostri Cari o dei vostri Amici?…

…unisci anche tu il tuo puntino…