Sono a casa ad accudire la mia bimba influenzata, lei riposa (finalmente) e io faccio un po’di zapping e mi imbatto quasi subito in una serie di programmi televisivi dai titoli simili tra loro:”cambio casa”,”cambio lavoro”,”cambio vita”..! E mi domando se tutto questo “spot pro cambiamento” nasce dal periodo storico che stiamo vivendo o se invece ne è figlio…
Senza dubbio il nostro periodo storico e culturale ci porta a valutare positivamente il cambiamento, inteso come una possibilità di crescita e di miglioramento. Questa visione mi trova d’accordo ma a delle condizioni ben precise perché se ci si fa prendere dalla frenesia del cambiamento l’aumento dei rischi di un ‘non miglioramento’ potrebbero essere direttamente proporzionali.
Non mi fraintendete, io sono assolutamente favorevole alla possibilità del cambiamento come via di crescita e miglioramento, non a caso si dice che è sopravvissuta nei secoli, non la specie vivente più forte ma quella che si è adattata al cambiamento con più facilità.
Purtroppo non sempre il cambiamento è dettato da scelte ben ponderate, a volte puo’ essere frutto di colpi di testa affrettati e dettati dall’emotività del momento, a volte è subito perché imposto da un superiore, in tutti questi casi il cambiamento “esterno” deve poi portare ad un nostro cambiamento interno, siamo quindi portati a “cambiare la nostra mente” per adattarci con maggiori o minori difficoltà “alla nuova situazione” e, perché no, possiamo farci aiutare anche dalle nostre routine quotidiane…
Ricordo che quando mi “preparavo a diventare mamma”, uno dei suggerimenti più frequenti che mi veniva dato, che poi si è rivelato importante, era quello di garantire una routine alla mia bambina.
Una routine di orari per le attività: come mangiare, dormire o fare il bagnetto, ma anche una routine di gesti che potessero rassicurarla e che le dessero la sensazione di continuità e di presenza costante, al fine di iniziare a creare in lei un modo per conoscere ciò che la circonda e allo stesso tempo aiutarla ad avere la percezione anche di sé stessa.
Ecco io credo che questa necessità di una “routine rassicurante” rimane poi presente in ognuno di noi, anche nel nostro quotidiano di adulti che alterniamo sia dei momenti di routine che dei momenti di cambiamento, anche perché gli imprevisti da affrontare sono sempre lì in agguato, diversi nei tempi e nei modi.
Io credo fermamente che il cambiamento è necessario per poter crescere e anche migliorarsi e per questo va assolutamente perseguito, nel momento in cui la routine inizia a pesarci, quando la routine non è più rassicurante ma anzi ci fa diventare passivi nel subirla, allora in quel momento è necessario un “cambio di rotta”.
Oggi come oggi il cambiamento non è sempre facile da realizzare.Innanzitutto il cambiamento positivo deve sempre partire da noi che dobbiamo sentirci pronti per cambiare le nostre abitudini e affrontare una sfida con noi stessi e con chi ci dà fiducia, se poi consideriamo le poche opportunità lavorative e di crescita che ci dà il nostro Paese, dobbiamo iniziare a valutare la possibilità di un cambiamento prima che la routine sia diventata troppo difficile da sopportare.
Il cambiamento è come una merce di scambio: tu lo cerchi ma qualcuno ti deve dare la possibilità di renderlo reale, si deve incontrare domanda e offerta e devi essere nel posto giusto nel momento giusto.
La mia routine familiare e di donna mi piace molto, perché settimana dopo settimana riusciamo sempre a ritagliarci dei momenti di “non routine” che puo’ essere una festa, un pranzo fuori, un’amichetta che viene a casa a giocare, un sabato al cinema o a teatro, il regalo di un nuovo gioco, al quale partecipiamo tutti e quattro, o di un libro da leggere insieme.
Nonostante il pensiero comune sia che i bimbi di oggi sono più aperti al cambiamento rispetto ai bimbi che eravamo noi 30 anni fa, io credo che sia vero solo in parte, perché i bambini sono sempre bambini, sicuramente quelli di oggi hanno più stimoli rispetto a noi, vedono e imparano prima e forse più facilmente perché esposti a una vita quotidiana più aperta a ciò che l’esterno ti propone, ti comunica, ma sono sempre bambini, con i loro tempi, le loro idee e il loro modo di vivere il mondo che li circonda.
La mia bimba grande quest’anno ha iniziato la prima elementare e questo sì che è stato un grande cambiamento, cambiamento tra l’altro non richiesto, non voluto, ma necessario. Il suo cambiamento è stato il cambimento un po’ di tutta la Famiglia, nuove dinamiche quotidiane da gestire e tante risposte da dare alle sue numerose domande.
Quando il cambiamento lo subisci e non lo cerchi hai un primo momento (che potrebbe durare anche mesi) in cui, paradossalmente, accentui ancor di più le tue piccole e grandi routine in altri ambiti di vita, anche a me è capitato un cambiamento lavorativo non cercato né richiesto ed è per questo, credo, che capisco il suo stato d’animo e cerco di starle vicino al meglio senza mai dimenticare che lei è ancora una bambina.
…e tu hai mi affrontato un grande cambiamento?…
…unisci anche tu il tuo puntino…
Io credo che il cambiamento deve avvenire prima dentro di Noi, lo può provocare una tempesta o un battito di ciglia, accade e basta…io non credo nei cambiamenti medidati,forse perché tutti i miei sono stati dettati dall’istinto e dai sensi. Possiamo corrergli incontro oppure aspettarli sulla porta di casa, ma prima tutto deve avvenire dentro di Noi se no sono violenze non libere scelte…
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Grazie per aver aggiunto il tuo puntino…capisco bene il tuo “punto di vita”! 👍😊
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