Quando ero bambina spesso non cenavo a casa con mio papà, perché tornava tardi dal lavoro, mentre quando andavamo a cena fuori nel weekend con gli amci dei miei genitori, mi piaceva a fine serata, mentre mio fratello crollava addormentato con la testa sul tavolo, sedermi sulle gambe di mio papà e ascoltare discorsi che lui intavolava con gli altri commensali, era sì un modo per star più vicino a lui fisicamente (perché in quel momento non avevo certo la sua attenzione) ma ricordo anche che ero anche incuriosita dai discorsi che facevano “i grandi”. Mi piaceva ascoltare come su argomenti di cui non sapevo nulla e che a volte non capivo, si poteva avere una posizione uguale o contraria a seconda delle proprie opinioni ma trovavo bello il confronto.
Sono cresciuta con l’esempio di Papà che è sempre stato un uomo che ascoltava le persone e che esponeva sempre la propria idea a chi gliela chiedeva…e ancora oggi è così.
In questo gli assomiglio molto, ma nella società attuale spesso si viene presi in considerazione solo se la propria posizione “si urla“, se ci si insulta durante un confronto e se, per il gusto di farsi sentire a qualsiasi costo, si dicono cose senza senso, fuori luogo, o anche fuori “tema”…ecco perché spesso le persone pacate, riservate e che non si espongono solo per il gusto di esporsi, vengono giudicate come prive di personalità. Ma garantisco che non è così.
La società in cui viviamo è un po’ schizofrenica, mi capita di imbattermi sempre più spesso in “tuttologi” che pretendono di avere la soluzione a ogni problema e devono assolutamente parlartene con fare di chi deve convincerti a tutti i costi che la sua posizione è l’unica possibile…ma perché? Sarò cinica ma: “chissenefrega” delle tue soluzioni ai problemi del mondo… ti ho chiesto cosa ne pensi?”
L’apparire è tutto, ecco forse perché se in ufficio lavorando guardo lo schermo in maniera seria, mi viene chiesto “se mi è morto il gatto”, o se finito un lavoro che ti ha tenuta inchiodata alla sedia tutta la mattinata fai una pausa di 3 minuti min più e vieni ripresa, perché non è importante a che punto sei con il tuo lavoro, è più importante stare poco alla macchinetta! Quindi meglio star seduta al fissare uno schermo durante un pausa…assurdo! Un giorno mi è stato detto “è importante lavorare ma anche far vedere che si lavora”. No comment.
“Cosa dimostri di essere sei” sembra il dictat di questa società “moderna” ma io non ci sto.
Ho una mia posizione su molti temi e il fatto di non espormi tout cour, a tutti, a prescindere solo per un mia gratificazione personale la trovo una qualità, il mio non esporre per prima la mia posizione non è la mancanza di una posizione, ma il rispetto delle persone che mi circondano e che se hanno voglia di ascoltare cosa penso me lo chiederanno loro direttamente.
Quotidianamente trovo invadente chi mi racconta i fatti propri belli e brutti (ma ahimè soprattutto brutti) senza che io faccia alcuna domanda, e di contro apprezzo moltissimo chi, come me, chiede e racconta a chi interessa veramente sapere come la pensiamo sugli argomenti che si intavolavano durante una pausa pranzo o durante una telefonata.
Cosa dovrei dire a chi mi invade di parole e racconti dei quali non mi interessa nulla? e che lo fa solo con l’intento di elogiarsi o di farsi compatire?
Non bisogna perdere mai il rispetto per sé stessi e per gli altri.
La nostra libertà non è senza confini, il confine della nostra libertà è dettata dalla libertà altrui di non voler ascoltare, vedere e di non voler condividere qualcosa con noi.
…e a te capita mai di ascoltare giudizi non richiesti e trovarli inopportuni?…
…pensi di dover sempre dire la tua perché lo trovi necessario per chi ascolta? Abbi il coraggio di chiederglielo se è davvero interessato!…
…unisci anche tu il tuo puntino…
Immagine:Ahle stark