Questo post nasce da una coincidenza: mio padre che mi invia su WhatsApp la foto di 3 macchine fotografiche datate appartenenti alla nostra famiglia e io che in viaggio verso Verona ascolto radio Deejay con Linus e Nicola che parlano della Photo week organizzata qui a Milano. Proprio questa combinazione di eventi mi ha fatto pensare “all’arte della fotografia” e soprattutto al ruolo della fotografia nella mia vita. Premesso che nella mia famiglia di origine non sono certo io “la fotografa”, devo dire che invece nella mia famiglia, rispetto a mio marito, sono quella che ha più voglia di fermare i momenti con un click.
Se penso a qualcuno che ha / ha avuto la passione per la fotografia di sicuro mi vengono in mente due persone che si chiamano con lo stesso nome e cognome cioè mio Nonno e mio Fratello.
Mio Nonno utilizzava la macchina fotografica per immortalare la sua vita quotidiana, i suoi compaesani, la sua famiglia e ciò che lo circondava con l’intento, credo, di fermare il tempo, i volti e le situazioni che viveva: un pranzo con gli amici o noi bimbi che giocavamo… scattava foto a tutto il suo paese, le faceva stampare e le regalava, ancora oggi qualcuno mi ferma e si ricorda di mio Nonno e le sue foto regalate sempre con un sorriso.
Mio Fratello ha inziato ad amare la fotografia credo anche grazie a nostro Nonno, anche lui ama immortalare momenti di vita e persone e lo fa “al meglio” (conoscendo anche delle tecniche di fotografia), possiede delle macchine fotografiche professionali che lo accompagnano in giro nei suoi viaggi e in giornate particolari, ma è talmente bravo a cogliere sfumature e dettagli che anche con il suo cellulare riesce a scattare foto che sembrano quadri e così quando alla radio ho sentito di questa iniziativa chiamata Photo week non ho potuto non andare sul sito e girare il link a mio Fratello.
Il rapporto che ognuno di noi ha con la fotografia è simbolicamente legato al nostro rapporto con noi stessi e con il tempo che passa, non solo nel senso “del nostro invecchiare” ma soprattutto del tempo che passa che si rispecchia nella nostra paura o voglia di fermare i momenti della nostra vita, quelli belli e a volte quelli brutti.
La fotografia a volte viene associata ad un voyeurismo soprattutto con l’avvento dei social e da qui poi nasce la volontà di artefare le foto con filtri e ritocchi finalizzati solo a rendere la foto più “attraente”.
A me piace l’idea della foto bella, brutta, sfocata ma che a me /noi ricorda una serata, una risata, un pianto o un abbraccio che parla senza bisogno di parole.
Rispetto chi non vuole farsi fotografare per dei motivi suoi personali, io invece sono un tipo che si fa fotografare anche mentre ride per una battuta o mentre argomento con un tramezzino in mano il mio disappunto per una qualche situazione (di cui non ricordo) in una pausa pranzo in ufficio… sorrido riguardando foto scattate in cui ho degli zigomi che sembrano rifatti o in cui sono sfocata o con i soliti occhi rossi… le riguardo e ripenso al momento vissuto, come quella che ho scelto ed inserita nell’immagine di questo post in cui io tentavo di “moralizzare” le persone accanto a me… ma dalla risata della mia Collega si capisce che non risultavo molto convincente … ahhaha l’abbiamo scattata in una pausa pranzo di qualche mese fa, eppure ancora oggi quando la guardo io rido…
Adesso si dice che “vanno di moda” i selfie ma in realtà confesso che anche in assenza di smartphone e quindi con la macchina fotografica con rullino da stampare io ho foto con mio marito scattate in modalità “selfie”… con il dubbio sul risultato fino alla stampa delle foto.
Per me la fotografia è questo: un modo per fermare un ricordo (inizialmente visivamente che però ti suscita dei sentimenti legati al ricordo) che rischi con il tempo di perdere nella tua memoria, ecco perché non dev’essere necessariamente una foto “perfetta” perché l’imperfezione è l’essenza della vita stessa.
Ci sono vari tipi di fotografi quelli a cui piace fotografare la natura, quelli che catturano momenti di vita quotidiana, quelli che invece ritraggono le persone nella loro bellezza (o anche bruttezza) perché intendono la fotografia come una verità raffigurata.
Molti commentano le foto che si vedono sui social affermando che con i filtri che si possono applicare alle foto gli scatti ormai non sono più reali o spontanei ed in parte é così, ma io credo che in ogni caso anche se a volte il risultato è un po’ artefatto, la spontaneità iniziale del clic rende tutto un po’ ‘magico’ anche le fotografie scattate così per caso dal cellulare mentre ti sfugge di mano…
E tu che rapporto hai con la fotografia? ti piace scattare foto, essere fotografato o entrambe le situazioni?
…unisci anche tu il tuo puntino…