Oggi voglio raccontare della mia prima visita ad una mostra fotografica.
Vi avevo già parlato del mio rapporto con la fotografia in un post di qualche tempo fa (dai facciamoci una foto!) e l’idea che ci possono essere delle foto così espressive da farne una mostra è una cosa che mi ha sempre molto incuriosita ma, forse per il poco tempo libero, forse per la poca attenzione ad eventi di questo genere, non ne avevo mai vista una.
Quando la mia Amica (ultra trentennale) D. (che abita a Bologna) mi ha detto che sarebbe venuta a Milano in giornata per assistere alla mostra fotografica di James Nachtwey con entusiasmo (e senza conoscere chi fosse il fotografo) le ho risposto: “Ti raggiungo in stazione e andiamo insieme! Poi nel primo pomeriggio tornerò verso casa per prendere le bambine all’uscita di scuola”… e così è stato.
Alle 12 ero in Stazione Centrale e con la metro, senza mai smettere di chiacchierare, siamo scese alla fermata Duomo e ci siamo incamminate verso Palazzo Reale. Ero emozionata e incuriosita perché non sapevo cosa aspettarmi, volutamente non mi ero documentata né sul tema della mostra né sul fotografo e così, davanti all’ingresso, troviamo l’immagine del cartellone principale della mostra e qualche altra foto:

D. allora inizia a spiegarmi quanto questo fotografo è bravo a comunicare attraverso le immagini e l’impatto emotivo delle sue fotografie che sono una vera e propria denuncia sociale che “urla senza le parole ma usando le immagini”.
Inizio a saperne qualcosa in più, il titolo della mostra è “MEMORIA”. Dunque entriamo, ci porgono un libricino dove sono riportate le “didascalie delle fotografie in mostra”.
Prima sala, l’apertura della mostra ci propone sulla parete sinistra il pensiero del fotografo e il racconto semplice e allo stesso tempo straordinario di ciò che lo ha spinto negli anni a fotografare principalmente la parte oscura dell’uomo, quella della guerra, i più atroci conflitti tra esseri umani.
La prima frase riportata cita: “la Memoria è necessaria per immaginare il futuro senza ricadere negli errori del nostro passato”…e così spontaneamente in pochi secondi mi viene istintivo trattenere il fiato e ripensare ai racconti dei miei familiari della loro sofferenza in guerra, di come si viveva nella paura, di come era difficile affrontare le giornate soprattutto per i bimbi che a volte non potevano neanche giocare a palla nei cortili…ma proseguiamo … Nachtwey, classe 1948, ha passato 30 anni della sua vita a fotografare le peggiori espressioni di soprusi e disastri dell’umanità, le guerre, la fame, le malattie, l’inquinamento, il terrorismo, a questi mali profondi e atroci lui tenta di dare un significato importante, quasi spirituale, tramite un sentimento di com-passione non “contro” qualcosa o qualcuno ma “per” qualcuno. Le sue immagini di dolore vogliono essere un messaggio di partenza “per” un cambiamento, non solo nelle azioni umane ma prima ancora un cambiamento spirituale che deve avvenire dentro di noi, ognuno di noi, per questo credo che eventi come questi debbano essere necessariamente inseriti nei programmi didattici dei licei perché tutti dobbiamo prendere coscienza nel profondo.



Ho riflettuto molto e ho imparato che parlare e studiare le guerre non sarà mai come vedere una foto di guerra. Un’immagine può sconvolgerti e darti consapevolezza. Oggi ci sono persone che muoiono di fame, questa frase ha un senso ma questa foto dice sicuramente qualcosa in più.

Questa mia prima mostra fotografica è stata come un pugno nello stomaco, come delle sberle piantate bene sul viso.
L’ immagine che mi ha suscitato compassione, tenerezza, tristezza e allo stesso tempo un senso di tormento e pace, è quella che è stata scattata in Darfur e che viene chiamata la “Pietà”. Preferisco non dilungarmi in parole, quindi vi propongo l’immagine…

Esco dalla mostra con lo stomaco chiuso e con tanta voglia di parlare di ciò che ho visto in questa mostra, di queste tragedie di cui sentiamo parlare ma le immagini ci parlano più di qualsiasi combinazione di lettere.
Vi consiglio di andarla a vedere è a Milano fino al 4 Marzo 2018.
…e tu cosa pensi di queste foto e dell’idea di allestire una mostra su questi temi così forti? hai mai assistito ad una mostra fotografica? Qual’ era l’argomento che veniva trattato?
…unisci anche tu il tuo puntino…
Dev’essere davvero bella quella mostra. Me la segno così quando sarò a Milano (entro la prima metà di Gennaio) proverò a farci un salto 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
bellissimo post i miei complimenti
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie mille! 😁
"Mi piace""Mi piace"