Questo post è dedicato al “primo giorno”, quel giorno in cui vivi un mix di emozioni tra eccitazione e paura proprio tipica del “primo giorno”. Chi di noi non ha vissuto un “primo giorno”?
Il “primo giorno” in realtà inizia già la sera prima quando si inizia a preparare i vestiti, i documenti e tutto ciò che pensi possa esserti utile… e anche qualche cosa in più del necessario… e poi la “notte prima” immagini “come andrà” fino a quando la stanchezza prende il sopravvento e Morfeo ti accoglie tra le sue braccia.
Il primo giorno di scuola, per esempio, è un “classico” dei ricordi, di sicuro uno dei primi. E’ vero che i bimbi di oggi prima di andare a scuola hanno già trascorso qualche anno o al nido o alla materna, ma in quel caso i ricordi sono principalmente dei genitori che vivono l’emozione del “primo giorno dei propri figli” ma il primo giorno di scuola si vive a sei anni e il ricordo è tutto loro. Il primo giorno del nido o della scuola materna te lo raccontano le maestre… il primo giorno di scuola ti regala il ricordo del genitore ma soprattutto nasce il Tuo ricordo di bambino ed è quello “che vale”. Per esempio mia madre del primo giorno di scuola mio e di mio fratello ricorda il pianto disperato di mio fratello e le raccomandazioni a me di consolarlo e stargli vicino. Io invece non ho ricordi definiti e diretti proprio del primo giorno di scuola tranne il ricordo della foto prima di uscire di casa.
Quest’anno la mia “piccola” E. ha iniziato la scuola elementare. WOW… prima elementare!… e mentre lo scrivo quasi non ci credo ancora. Passato un mese ricordo quella mattina del 12 Settembre, Lei si è svegliata super positiva, con tanta voglia di iniziare questa nuova avventura, in cortile guardava sua sorella e le dava coraggio regalandole i suoi migliori sorrisi e poi A. è entrata a scuola e Lei è rimasta fuori in attesa della formazione delle prime classi. Il suo cambio di sguardo è rimasto nei miei ricordi, l’ho vista “persa”, si è attaccata alla mia gamba (gesto mai fatto fino a quel 12 settembre scorso) e mi chiedeva di star con lei e di non lasciarla andare. Finalmente la prima D! Chiamano il suo nome, Lei si guarda intorno e una volta in classe si è seduta in un posto che non ha scelto ma era l’unico libero. All’uscita si guardava intorno cercandomi e una volta incrociato il mio sguardo io ho ritrovato il suo sorriso. A dir la verità non ha mai pianto né fatto capricci ma non raccontava un granché delle sue giornate, poi ha iniziato a fare amicizia e adesso è tornata ad essere la bimba sorridente e positiva di sempre!

A. ha iniziato la terza elementare ma anche Lei quest’anno ha vissuto il suo “primo giorno” perché ha cambiato scuola e quindi nuova classe, nuovi compagni e maestri. Lei, più riservata ed emotiva, la mattina si era alzata con tanti pensieri e dubbi su cosa potesse succedere in una nuova classe, in una nuova scuola e ovviamente per quanto ho cercato di tranquillizzarla ero ben consapevole che io le risposte non le avevo, il sentimento dell’accoglienza non tutti lo provano e non tutti lo sanno esprimere, ma so anche che i bambini in questo possono avere una marcia in più. Al di qua del cancello alle 16.25 mi sentivo pronta ad abbracciarla comunque fosse andato quel primo giorno per Lei. L’ho vista in lontananza mentre chiacchierava con una compagna e cercavo il suo sguardo per carpire il suo sentimento, ci siamo trovate e Lei mi ha sorriso, il mio mondo si è colorato dei colori più accesi… perché è così, il loro sorriso è il mio sorriso.
La scelta del cambio di classe è stata una scelta razionale, ponderata e l’unica scelta possibile per garantire a mia figlia una vita scolastica normale, però è stata una nostra scelta che, per quanto condivisa con Lei, rimane la scelta dei genitori. A. ha accettato “la sfida” sapendo di dover superare le proprie piccole / grandi paure. Il suo sorriso quel giorno è stato un vero regalo, la sua classe l’ha accolta da subito e continua ad accoglierla ogni giorno con piccoli / grandi gesti e vederla serena è bellissimo così come ascoltare i suoi racconti sempre diversi e sempre pieni di dettagli che mi fanno capire che vive appieno le situazioni quotidiane.
Il suono della campanella e le urla di gioia quasi in risposta alla campanella, sono il mio ricordo di bambina scolara ed è emozionante riviverlo ogni giorno dal 12 settembre ad oggi. Questo è il mio sorriso quotidiano.
Il mio primo giorno di lavoro, lo scorso 3 Settembre, è stato memorabile considerato che a causa della cefalea di cui ho sofferto (incrociando le dita ne sto piano piano uscendo), mi son sentita male e a pranzo con i colleghi e i miei responsabili, io mi son dovuta alzare e congedare… lo so, lo so … “proprio il primo giorno?!?!?”… eh sì ragazzi… “proprio il primo giorno!”… ebbene sì! Poi il giorno dopo sono tornata al lavoro e devo dire che son stati molto gentili, mi han chiesto come mi sentivo senza battute di nessun genere.
Il primo giorno di lavoro di solito si passa il tempo a stringere mani e presentarsi a persone di cui non solo non ricordi il ruolo ma tanto meno il nome per cui sai già che al prossimo incontro dovrai “chiedere un suggerimento” al collega più vicino in quel momento!
Son felice di non aver “mollato” e di essere tornata il giorno dopo al lavoro… a stringere altre mani in attesa di avere un mio badge! Questa per me è una nuova esperienza come lo è per le mie bimbe e questa combinazione di tempistiche ha rafforzato la nostra empatia perché loro sanno che come loro possono avere difficoltà le posso avere anch’io, perché le novità sono stimolanti ma a volte possono spaventare perché richiedono maggiore energia e più impegno.
Se mi guardo indietro, mi ricordo come fosse ieri il mio primo giorno al liceo classico Tommaso Campanella a Reggio Calabria, il primo giorno all’Università a Roma e il primo giorno del mio primo lavoro a Cinecittà. Ricordo tutto, i volti attorno a me sconosciuti ma che nel giro di poco diventano quotidiani e alcuni familiari, volti che nella memoria diventano persone a cui resti legato e con cui condividi una parte della tua vita. Alcuni dei miei ex colleghi oggi sono Amici di cui non posso fare a meno. Ed è così che oggi, ad un mese dall’inizio di questa nuova avventura lavorativa, mi guardo intorno e non vedo l’ora di trasformare “i volti in persone”.
…e tu quale primo giorno porti nel cuore? ti va di raccontarmelo?…
…unisci anche tu il tuo puntino…
Auguri per la nuova avventura 😊
Il mio primo giorno di scuola non me lo ricordo, ma il primo giorno d’asilo sì 🙂 Ero triste ma una compagnetta di classe mi ricuorò e abbracciò per tutto il tempo facendomi felice. Si chiamava Anna Laura. Non la vedo più da quasi 30 anni, ma quei momenti non li dimentico mai.
E di “primi giorni” ne ho avuti un bel po’ a scuola, nei corsi, a lavoro, in amore…
Se ci pensi bene, ogni giorno si può considerare come primo giorno, perché per quanto simile, non sarà mai identico a quello precedente 🙂
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Wow! Grazie per aver unito il tuo puntino al mio…e brava Anna Laura! 😊
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Quel primo giorno lo era stata davvero 🙂 Poi ngli anni quello che lei aveva fatto a me l’ho fatto io a tante altre persone. Forse inconsciamente mi aveva trasmesso tutto questo senza nemmeno conoscermi.
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