22 Maggio 2018

Dicono che le parole NON dette fanno rumore.

Noi ci siamo dette molte parole ed è per questo che il nostro silenzio forzato mi fa star male.

C’è comunque qualcosa che non le avevo ancora detto.

Come per esempio che mi son sempre sentita accettata, voluta bene, rispettata e aiutata. Con lei mi sentivo ascoltata anche se su ore di telefonate a volte parlavo poco.

Un’altra cosa che non ho fatto in tempo a dirle è lei che è una Nonna pazzesca! La migliore possibile. Complice, colorata, solare, sensibile, allegra, positiva, gentile e attenta. Quest’ultimo Natale trascorso noi 4 insieme resterà per sempre nei nostri cuori!! Mi impegno di tenere vivo il suo ricordo nelle mie figlie che oggi sono piccole e la Amano infinitamente, cosicché la sua figura continui ad essere per loro un punto di riferimento.

E poi le volevo dire GRAZIE per i suoi insegnamenti che proverò a seguire giorno per giorno. Cercherò, come lei mi ha insegnato col suo esempio, di non perdere il sorriso anche davanti alle difficoltà più grandi e mi farò aiutare dal tempo ad asciugare queste lacrime che continuano a scendere lungo il mio viso.
Mi ha insegnato tante cose in questi anni senza averne consapevolezza e io le custodisco nel mio cuore e le insegnerò alle mie figlie.

LE VOGLIO BENE, ma questo glielo dicevo sempre a voce, abbracciandola e al telefono.

Le scrivevo messaggi che lei leggeva ma a cui non rispondeva scrivendo, ma io “sentivo” le sue risposte che poi arrivavano durante le nostre telefonate… e adesso continuerò a raccontarle cosa succede qui e poi chiuderò gli occhi e ascolterò la sua risata che come quella di A. è sonora e sincera.

Per sempre grazie per essere entrata nella mia vita dalla porta della sua cucina…

Unisci i Puntini

Vi voglio parlare di Lei.

Lei che ha un nome e un cognome lunghissimo.

Ci conosciamo da anni, decenni e il nostro primo incontro lo ricordo come fosse stato ieri. S. mi disse un giorno “vieni a studiare da me domani pomeriggio?” Io senza esitare accettai l’invito. Arrivo al portone, citofono,risponde lui e salgo con l’ascensore con le ante battenti, terzo piano. Entro, un bacio a stampo veloce sulla porta e ci sistemiamo sul tavolo rotondo in sala. Tempo di aprire il libro sento una voce squillante alle mie spalle: “Oh, che piacere! Finalmente do un volto ad un nome che sento spesso pronunciare da mio figlio!”. Lei, bionda, truccata e vestita di nero, mi colpì da subito positivamente, un’accoglienza solare e per nulla invadente, fu per me come una carezza.

Lei per me è una donna molto importante, da sempre. Ci siamo conosciute e capite. Lei è diretta, nel…

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