Durante un incontro del mio corso di scrittura ci siamo soffermati sul come “dare un nome a qualcosa” è un pò come “ridurne il senso”, come “metterlo in gabbia”, “schiacciarne l’essenza”. E allora mi chiedo perché il Papà di nostro Padre (o di nostra Madre) si chiama “Nonno”? Nonno, come una doppia negazione? Un “No -n-no”… e quando i bimbi son piccoli questo suono sembra ancora più accentuato, evidente.

Non me ne capacito e allora cerco su internet un “perché” a questa assonanza, ma per fortuna trovo su Wikipedia che “Nonno” in realtà trova la sua origine nel greco antico: Νόννος, Nónnos, «venerabile, puro, santo». Ecco in questo trovo subito conforto.

Ho conosciuto i miei 4 nonni ma solo di due di loro posso dire di avere ricordi nitidi nella mia memoria, da far rivivere ogni volta che sento la loro mancanza.

Mia Nonna Paterna, Nicolina detta Lina l’ho avuta accanto a me per poco più di un anno. Mio Padre ha dei ricordi molto dolci e teneri di Lei come Mamma seppur a distanza sembra aver lasciato un vero vuoto incolmabile nel cuore del mio Papà e forse per questo motivo del loro rapporto non so molto … perché Lui non riesce a raccontarmi di Lei senza avere gli occhi lucidi ed è forse l’unico argomento che non riesce ad esprimere in parole…. forse proprio perché qualsiasi parola sembrerebbe riduttiva nel dover descrivere forse uno dei più grandi sentimenti umani, quello per la propria Mamma. Da due anni a questa parte è successa una cosa che mi intenerisce molto, nella mia attuale azienda in molti colleghi hanno iniziato a chiamarmi “Nicolina”. E’ stato tutto molto casuale e spontaneo e io ogni volta che mi chiamano così sorrido e sento come una carezza al cuore.

Mio Nonno Materno, Enrico, invece era Lui di poche parole. Di lui ho come unico ricordo l’immagine di un uomo molto silenzioso seduto sulla sua poltrona, sempre: d’estate, d’inverno, quando arrivavamo a casa sua e quando andavamo via, lui era lì seduto, con la sua aria seria, non severa, ma seria. Non so molto altro di lui, so però che i miei cugini che vivono a Siderno hanno dei bei ricordi, loro sono riusciti ad avere un rapporto con lui che io neanche mai ho immaginato di poter “conquistare”. Era così … un’occasione sprecata a cui nessuno si è mai “dedicato”, né io (che ero una ragazzina), né mia madre, né lui.

Poi una Nonna che ho vissuto di più è stata mia Nonna Materna, Maria Rosaria. Lei era a tutti gli effetti una capofamiglia, i sei figli (più una bimba cresciuta fin ai 10 anni) hanno sempre visto in lei un riferimento, nel bene e nel male. Mia Nonna aveva sempre la televisione accesa da quando non c’era più Nonno, la teneva accesa perché così “era sempre in compagnia”, eppure dalla Nonna era un porto di mare tra nipoti e figli. Devo dire che mia Zia e mio cugino più di chiunque altro si sono occupati di lei, se ne sono sempre presi cura, sempre, nel bene e nel male…io dai loro racconti diretti e indiretti ho sempre pensato che mia Nonna era una persona anziana molto amata ma poco consapevole forse dell’amore che ha ricevuto dalla sua famiglia. Lei mi faceva impastare con lei e a volte mi faceva utilizzare “il ferro” per fare la pasta fatta in casa, mi preparava il mio dolce preferito… La cucina era il suo linguaggio attraverso cui esprimeva il suo volermi bene. Una volta le dissi “Nonna mi dai la ricetta così quando sarò grande potrò farla da sola?” Lei mi rispose:” Certo! allora prendi un pugno di farina, un pezzetto di lievito…” e quando la interruppi per dirle “ma Nonna il tuo pugno non è come il mio!”, lei sorrise e mi disse, “vabbè allora la faremo sempre insieme!”.

Infine che dire di mio Nonno Francesco, che non abbia già detto Post “Evviva i Nonni che fanno i Nonni”. Un Uomo che ho amato da sempre e per sempre. Un uomo che come padre è stato assente per motivi di lavoro nella prima parte della vita di mio padre ma sempre molto severo e attento nei confronti dei figli. A me come nipote, ha regalato moltissimo, oltre ogni aspettativa. E’ stato il Nonno che ho vissuto nel quotidiano, con cui ho condiviso tanti giochi, scherzi e molto molto altro. Mio Nonno leggeva gli articoli sul quotidiano prima di pranzo e aveva l’abitudine di segnare a penna gli errori di stampa, lui pur di farci finire il cibo nel piatto ci prometteva ricompense di ben 1.000 lire! Mio nonno mi sorrideva spesso e mi accarezzava il viso. Mio Nonno é morto in mare mentre nuotava a Novembre, tutti gli dicevano di non andare al mare, ma lui continuava a farlo perché lo faceva star bene. Lui mi ha insegnato tante cose, non solo mi aiutava con i compiti di scuola, il suo insegnamento è andato ben oltre. Lui mi ha insegnato che si può morire con il cuore leggero e sorridendo alla vita facendo ciò che ci fa stare bene, anche se gli altri non approvano le nostre scelte.

Nei giorni scorsi un mio amico ha perso suo Nonno. Me ne parlava spesso e mi ricordava molto la tenerezza e il carattere sempre allegro e positivo del mio. Avrei voluto star vicino al mio Amico ma non è stato possibile. Avrei voluto abbracciarlo e dirgli che suo Nonno resterà nel suo cuore per sempre, nei ricordi dei momenti insieme, avrei voluto dirgli che so quanto gli mancherà e quanto sarà difficile andare avanti senza saperlo lì pronto a giocare insieme tutte le volte che era possibile farlo… non l’ho potuto fare “dal vivo” e provo a farlo con questo post…

Tutte le volte che vorrai ricordare un momento con lui io ci sarò ad ascoltarlo. I ricordi ci legheranno per sempre a loro, tienili vivi e Lui continuerà ad esserci.

… e tu che rapporto hai o avevi con i tuoi Nonni? con quale nonno ti senti più in sintonia? e con quale meno? cosa hai imparato dai tuoi Nonni?…

… unisci anche tu il tuo puntino …