Ricordo che in quel periodo, tanti anni fa, mi sentivo disorientata, non capivo cosa stava succedendo ma allo stesso momento avevo consapevolezza che stava succedendo qualcosa e che quel qualcosa avrebbe cambiato la mia vita per sempre.
Una volta ‘caduta’ capivo che dovevo rialzarmi ma non sapevo come, se e quanto tempo ci avrei impiegato… ma sentivo di farcela, proprio come adesso.
Incerta, disorientata, stupita e impaurita, continuavo a ripetermi “cosa sta succedendo? e perchè a me?”
Quando il corpo si ribella, quando il corpo si spegne, quando il corpo si fa “sentire”… non puoi fare altro che rispondere alla richiesta di aiuto, devi rimescolare le carte, le abitudini, le certezze e mettere in discussione tutto per poi tornare in equilibrio.
All’epoca ricordo che cambiai rotta e iniziai ad oscillare tra la domanda “chi sono?” e la domanda “chi voglio essere?”.
Due domande importanti direte voi che state leggendo.. due domande le cui risposte fino a quel momento ero certa di conoscere perchè io pensavo di sapere chi ero e chi volevo essere, ma nel momento in cui il mio corpo è andato in tilt ho capito che io non avevo più la risposta a quelle due domande… mi sentivo un foglio bianco.
Di quel periodo ricordo le visite, i controlli e gli appuntamenti dalla mia Psicologa, per parlare, per piangere e a volte per farsi anche una risata.. perchè in fondo, ancora oggi, la mia autoironia e la capacità di sdrammatizzare sono le mie ancore di salvezza.
Ricordo anche come le persone vicino a me hanno reagito alla mia caduta, alcune non mi hanno stupito… mio Padre invece sì.
Mio Padre nel vedermi fragile ha scoperto come esprimere per la prima volta l’istinto di protezione verso di me. Si sedeva sul letto accanto a me e non sulla sedia come tutti, e Lui mi guardava anche senza parlare. La maggior parte delle volte mi parlava poco per non farmi affaticare … ma per me sentirmi guardata era il più grande regalo, perchè io stessa avevo timore di guardarmi.
Un pomeriggio di un giorno qualunque, perchè quelle giornate di quel primo mese erano tutte uguali, Lui iniziò a parlare con me, mi chiese come stavo, come andavano le visite e come andava il mio percorso di psicoterapia, se le cose stavano migliorando, se mi sentivo più in forza fisicamente.. e così iniziammo a parlare di quanto mi sentissi fragile e di come domande semplici a cui ero certa di avere delle risposte in realtà ora avevano cambiato “senso”.
“chi sono?”
“chi voglio essere?”
Mio Padre mi accarezzò il viso e mi disse: “Tu sei Tu” con i tuoi pregi e con i tuoi difetti, come tutti. Chi vuoi essere lo scoprirai con il tempo.
Tu non lo ricorderai Papà, ma in quel momento hai cambiato la mia Vita per Sempre.
Nei momenti felici e in quelli in cui sono più in difficoltà quelle 3 parole mi regalano consapevolezza e accettazione di sè che sono la chiave per la Serenità.
Grazie.
…. e tu “chi sei?” e “che persona vorresti essere?” … unisci anche tu il tuo puntino…
delle volte credo di non avere ancora ben capito chi sono e mi chiedo se mai lo capirò
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🙂
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