Ho appena finito di leggere il secondo libro di Zanardi dal titolo “Volevo solo pedalare ma sono inciampato in una seconda vita” e devo dire che spesso mi capita di trovare nei libri che leggo tanti punti su cui riflettere ma anche risposte a domande che mi frullano nella testa da un po’ di tempo.
Nell’ultimo capitolo Zanardi scrive: “lo sport è in fondo una metafora di vita, quello che succede in pista, in campo o sulla strada, è un po’ il concentrato di quanto, più dilatato nel tempo, avviene nella storia di ognuno di noi, ma con una differenza: se nella vita ogni tanto puoi nasconderti, delegare o posporre, nello sport non te lo puoi permettere. Alcuni lo affrontano pensando che sia solo il risultato a regalare la felicità (e magari finisce con l’ imbrogliare per arrivarci), altri lo affrontano in modo diverso e hanno il gusto di vivere tutto con entusiasmo sin dall’inizio, e così quando ti prepari ogni giornata è un’occasione per fare un passettino che, per quanto piccolo, crea un nuovo punto di partenza, sposta la linea un po’ più avanti per il giorno seguente. È così che metro dopo metro anche il grande sogno diventa un obiettivo raggiungibile.”
Questo passaggio è per me un passaggio “chiave” e ora vi spiego perché.
Quando A. era piccola spesso ci veniva consigliato di far fare alla bimba nuoto, per tutti quelli con cui parlavavo lo sport per eccellenza per tutti i bimbi piccoli ma il suo soffrire di otiti ricorrenti ci ha fatto sempre rimandare a quando il problema si fosse risolto.
Il primo sport praticato da A. è stato il pattinaggio a rotelle e aveva 4 anni e mezzo: ha seguito le lezioni per un anno con costanza e sorrisi ottenendo come risultato di arrivare quarta ad una mini gara di fine anno.
Considerato l’impegno, i suoi sorrisi e il risultato guadagnato ero certa volesse continuare l’anno successivo… e invece a domanda “l’anno prossimo vuoi continuare a pattinare?” Lei mi rispose: “No Mamma voglio provare a fare un altro sport!”.
A settembre 2016, il problema delle otiti è stato superato e così le abbiamo iscritte entrambe in piscina ma per riuscire ad avere un orario di sabato per entrambe siamo finiti al turno delle 9 del mattino e così ogni sabato mattina da due anni a questa parte (e credo ancora per qualche anno) abbiamo la sveglia puntata per la lezione di nuoto. Devo essere sincera è più difficile per noi adulti, loro dopo i primi 5 minuti in cui continuano a ripetere “ho sonno, voglio dormire”, aprono gli occhi e sono carichissime, hanno voglia di andare e di aggiungere quel “pezzettino” in più per arrivare all’obiettivo di imparare a nuotare bene.
Quindi dopo pattinaggio cosa vorrà sperimentare la mia A.? Ha fatto un po’ di lezioni prova di diverse discipline e la scelta cadde sulla pallavolo. Bene! Mi piacque molto l’idea del far parte di una squadra e anche la pallavolo proprio come sport, non so se condizionata anche dai cartoni animati seguiti da bambina, uno sport che mi è sempre piaciuto seppur da me praticato solo durante l’ora di ginnastica sia alle medie che al liceo.
Conclude il suo anno di pallavolo con il solito impegno con tanti sorrisi, nuove amicizie e l’esperienza dei primi tornei e le prime medaglie…e così arriviamo a giugno e…niente a settembre ha deciso che cambierà di nuovo sport.
Alcuni iniziano a giudicarmi e a dire che non era un buon esempio da dare ai bambini, che avrei dovuto insegnare la costanza e non far sperimentare la bimba…”lo sport è disciplina, costanza e perseveranza”, ci ho riflettuto molto e credo che sia vero ma alla base ci dev’essere la passione che ti lega a quello sport, lo sport al quale devi dedicare disciplina costanza e perseveranza deve essere senza dubbio lo sport di cui ti innamori e per trovarlo non puoi non sperimentare.
Iniziamo a parlarne lei ed io e mi racconta che le sue amichette di scuola san fare la ruota, la capriola, la verticale e lei no, la scelta cade quindi sulla ginnastica artistica. Bene! (Figuriamoci se non ero felice io di questa scelta da ex praticante di ginnastica ritmica post “body rosso”). Eppure nonostante l’entusiasmo e la scelta, giuro, fatta in estrema autonomia, A. arriva a chiedermi di cambiare sport adesso a Gennaio, senza concludere l’anno. Cerco di approfondire sulla o sulle cause che l’hanno portata a questa richiesta e capisco che lei non è felice, che non si sente appagata, che forse non è portata fisicamente ma credo possa essere la somma di tutto questo forse accompagnati anche ad un insegnante che non è riuscita a trasmetterle quel qualcosa in più, che può essere “sicurezza”, “fiducia”, “coraggio” a superare le difficoltà anche fisiche che si possono avere.
L’importante è capire cosa non va e non insistere se quel qualcosa che non va può ledere anche la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità.
La cosa importante per me è stato spiegare ad A. che le esperienze intraprese devono essere sempre portare a termine, alle bimbe faccio sempre l’esempio del “disegno lasciato a metà”. Lo spiego anche a te che stai leggendo: spesso l’anno scorso capitava alle mie bimbe di iniziare un disegno che poi, per una riga più lunga fatta per errore, o un colore andato fuori dai bordi, veniva abbandonato e non completato, allora ho spiegato loro che la cosa più importante è portare a termine il disegno, perché la riga più lunga o il colore fuori dai bordi si puo’ correggere e se non fosse stato possibile, in ogni caso anche l’errore avrebbe comunque reso quel disegno unico e molto personale.
Non è importante essere perfetti nell’esecuzione è importante portare a termine ciò che si è iniziato. Devo dire che entrambe hanno capito e fatto loro questo esempio e ogni tanto sono loro a ripeterlo a me!
Messo a fuoco questo modo di fare, capite bene che davanti alla richiesta di A. mi son trovata spiazzata e ne abbiamo parlato, a cuore aperto un pomeriggio e ho messo a fuoco che è vero che non bisogna lasciare niente di “incompiuto” ma mai a costo della propria autostima e della propria serenità.
Dunque A. cambierà sport e spero continui a sorridere e a mettercela tutta…
Lo sport deve aiutare a far crescere bene il corpo ma anche la mente, e credo che proprio lo sport puo’ insegnare a chi lo pratica e soprattutto ai bimbi l’importanza di far qualcosa solo per il piacere di farlo e non per far contento un genitore e le aspettative di quest’ultimo o per emulare le amichette.
…e tu segui o pratichi qualche sport? Sei costante o ti piace sperimentare? E come ti poni verso i tuoi figli e la scelta dello sport da praticare?…
…unisci anche tu il tuo puntino…