2. La storia di Claudia e Lucia.
La telefonata si conclude con un’ultima frase pronunciata senza fiato: “tirichiamoioprestononpreoccuparti,tivogliobenescusa” …tu-tu-tu-tu…
Claudia respira profondamente, ha il cuore che le batte forte, è confusa, non sa cosa fare… si versa un bicchiere d’acqua, si siede, prende il cellulare e le scrive un messaggio “NON devi decidere oggi, ora, adesso. Oggi devi solo “cadere”. Ti voglio bene. Sono con te.”
Lucia sta male, si sente sbagliata. Legge il messaggio di Claudia e mentre ha il telefono in mano inizia a squillare “Mamma“.. oh no! Lo lascia squillare e poi le scrive “Mamma ora non posso parlare. Tutto ok, ti chiamo dopo”.
Aveva ragione Claudia, doveva concedersi del tempo, quello necessario per soffrire, toccare il fondo e poi rialzarsi e decidere. Prese qualche giorno di permesso al lavoro, Giovanni quasi non se ne accorse fin quando aveva bisogno di un documento che preparava Lucia. Provò a chiamarla. Lei non rispose. Riprovò, ma nulla. Le scrisse, ma nulla.
Il giorno dopo non la trovò in ufficio e si presentò alla sua porta. Lucia capì che era giusto aprire quella porta, ma non era convinta fosse altrettanto giusto parlare con lui di cosa stava succedendo e così si scusò per questi giorni di assenza dal lavoro e mentre parlava, Giovanni con il suo atteggiamento le confermò la sua sensazione: era interessato solo al loro rapporto lavorativo e così con due battute e rassicurato dal ritorno in ufficio il giorno successivo, lui la salutò sollevato.
Claudia riesce a sentire Lucia nei giorni successivi, lei non fa domande e Lucia non racconta. E così nelle telefonate successive continuano a “recitare” una non chiede l’altra non racconta. Questo silenzio regalava tranquillità a Lucia mentre preoccupava Claudia che si domandava, alla fine di ogni telefonata, se Lucia ne avesse parlato con qualcuno, se ci pensava, se aveva deciso cosa fare… “e perché non ne parla con me?”
“”Skype e Pizza” mercoledi prossimo?” propone Claudia, “Mercoledì sono fuori Cla scusa, devo andare a cena da mia Madre, son due settimane che sfuggo… non ho più scuse e non voglio trovarla dietro la porta come Giovanni”- “Come Giovanni?”. “Sì, è venuto fin casa per assicurarsi che sarei tornata al lavoro il prima possibile e per capire se doveva dare il mio lavoro a qualcun altro… figurati!” -pausa- “Ok, giovedì?” “Giovedì yes! segnato!”

Giovedì ‘serata a distanza’ come tante altre, aneddoti, risate, ultimo libro letto e film visto al cinema.. poi Lucia approfitta di un momento di silenzio, ingoia, beve l’ultimo sorso di Coca cola dal bicchiere e dice: “Domani parto per 10 giorni, vado a trovare Andrea a Barcellona…”, Claudia incredula sgrana gli occhi e senza pensarci dice: ” Ma da quando hai ripreso i contatti con Andrea?”.
Andrea andava a scuola con Lucia quando viveva giù in Puglia, erano grandi amici, studiavano insieme, stessa comitiva, condividevano la passione per la pallavolo, l’arte ed amavano ascoltare le canzoni di Jovanotti condividendo gli auricolari del walkman. Solo quando lei si trasferì con la sua famiglia lui trovò il coraggio di dirle che per lui, lei non era solo un’amica, ma molto molto di più.
Andrea era come Lucia, riservato, insicuro e sempre legato alla sua “comfort zone”, questa cosa li legava e di contro dava loro sicurezza, la sicurezza di non essere da soli. Con il tempo si allontanarono perché lui sognava una storia d’amore anche se a distanza, lei non voleva ferirlo e preferì allontanarsi senza dir nulla.
E ora?? Lei va a trovarlo a Barcellona???
A Claudia sembrava così strana questa scelta e non ne fece mistero con Lucia che, dopo aver ascoltato il monologo di Claudia fatto affermazioni categoriche, seguite da domande e risposte di ogni genere, Lucia aggiunse: ” Ho bisogno di staccare la spina e andare lontano, lontano da tutto e tutti. Con lui ho sempre avuto una forte empatia e se anche mi venisse voglia di confidarmi, sono certa che lui saprà regalarmi la cosa più semplice e difficile del mondo: il silenzio. Parto per tornare con qualche risposta, ho preso già appuntamento al consultorio tra 15 gg.”
“Vieni a trovare me Lucia!” la esortò Claudia. Lucia abbassò lo sguardo e muovendo le posate sul cartone vuoto della pizza le rispose “grazie Cla, ma non è il momento. Il tuo pancino, la tua vita solare e l’energia che emani in questo momento mi farebbero “distrarre” e io devo decidere cosa fare e non ho molto tempo. Risolvo questa situazione e poi corro da te, promesso!!” “Ok Lucy, facciamo come vuoi tu”.
In quel momento squilla il cellulare di Claudia: è il suo compagno che sta tornando, ha dimenticato le chiavi a casa e voleva assicurarsi che Claudia fosse ancora sveglia… e giù con le battute sulla sonnolenza che accompagna la gravidanza. Le loro risate coprono ma non nascondono le cose serie appena pronunciate.
“Ti saluto Cla, un bacio a te e al pancino!”
“Ciao Lucy, buon viaggio… Io sono qui” e le manda un bacio soffiando sulla mano…
To be continued…
Adoro questo racconto 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie! Felicissima che possa piacere… è un mio piccolo “esperimento”! 🤗
"Mi piace"Piace a 1 persona
Sta andando benissimo credimi 😊🤗
"Mi piace"Piace a 1 persona